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Un punto di vista diverso sulla Toscana: alla scoperta del sistema moda

Quando si parla della Toscana e delle sue eccellenze, la prima immagine che viene in mente è quella dell’arte di città come Firenze. Ovviamente c’è molto di più e non stiamo parlando solo delle meraviglie paesaggistiche.

Scoprire tutte le sfaccettature della Toscana, infatti, implica il focus anche su tutto quello che, nel corso dei secoli, è riuscito a dare a questa terra un settore come quello della moda, ormai profondamente connesso con il nome della Regione.

Partiamo, nelle prossime righe, per un piccolo viaggio dedicato a un punto di vista diverso su una delle meraviglie del Bel Paese.

Quando è nato il sistema moda toscano?

Premessa: la Toscana è stata per tanti anni un distretto famoso per quanto riguarda la lavorazione di materiali profondamente connessi con la moda. Un esempio su tutti è la filiera della pelle conciate e del cuoio, un distretto che coinvolge, dai tempi del Medioevo, diverse aree appartenenti oggi ai territori provinciali di Firenze e di Pisa.

Per parlare di inizio ufficiale della storia del sistema moda come lo conosciamo oggi, però, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo al 1951, nel pieno del boom economico.

Siamo in un periodo davvero speciale per l’Italia, un momento di fioritura economica, sociale e culturale che ha visto pionieri come Giovanni Battista Giorgini, conosciuto come Bista, buttare il cuore oltre l’ostacolo e organizzare, nelle sale di Villa Torrigiani, quella che, ancora oggi, è ricordata come la prima sfilata di moda in Italia.

Era il 12 febbraio, una data ricordata ancora oggi anche come spartiacque per quanto riguarda l’avvio dell’export per il settore della moda italiana, che conquistò innanzitutto gli imprenditori USA.

Ai tempi, venne subito messo in campo il paragone con i capi e gli accessori francesi. Quelli italiani apparvero subito con terreno da recuperare dal punto di vista della raffinatezza, ma con un vantaggio non da poco dalla loro parte.

Quale di preciso? Il fatto di essere decisamente più adatte a essere sfoggiate nella vita di tutti i giorni.

Tra musei e momenti di crisi

Un esempio di come questa eccellenza ha disegnato l’economia toscana e l’offerta turistica sono senza dubbio i musei dedicati proprio ai vari volti del mondo della moda.

Da quello del tessuto di Prato a quello della Moda e del Costume di Firenze, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Raccontare dei musei ci permette di aprire una parentesi e di ricordare il fatto che ogni zona della Regione è specializzata in un aspetto fondamentale per il distretto.

 C’è Prato con il tessuto, dal prodotto finito alle macchine che permettono di lavorarlo e, giusto per citare un altro celebre esempio, c’è Firenze che, tra le sue eccellenze, annovera anche le aziende che si occupano di minuteria metallica per abiti e accessori.

Dietro a dettagli come le fibbie metallo, che al primo impatto possono sembrare scelti in maniera casuale o quasi, giusto perché sono necessari a livello pratico, c’è uno studio profondo, che parte dal prototipo e dal design per arrivare alla scelta di materiali di qualità, che sappiano coniugare durata nel tempo e fascino estetico.

Ogni piccolo particolare ha il suo perché in un sistema di aziende che può essere definito, a ragione, come un patrimonio culturale unico nel suo genere.

La sua eccellenza non lo rende però immune da crisi. Lo dimostrano i dati del 2024, che parlano, per un settore che, in Regione, dà lavoro a oltre 130mila addetti, di una perdita di quota del 10,8% rispetto al 2023 (si parla di preciso di numeri relativi al settore del tessile e dell’abbigliamento e a quello della pelle).

Tra le richieste dei player del sistema figurano l’applicazione graduale e realistica dell’EUDR, il Regolamento Europeo avente lo scopo di ridurre l’impatto dei consumi nei Paesi comunitari sulla deforestazione, ma anche le moratorie sui rimborsi dei finanziamenti ricevuti dalle banche.